La Sagra di San Michele di Costantino Rosa

Ecco il Romanticismo Europeo in un dipinto di Costantino Rosa che ritrae la Sagra di San Michele a Torre de Busi risalente al 1835. E’ sicuramente uno dei lavori meglio riusciti del pittore bergamasco. Tuttavia oggi risulta essere un prezioso documento storico in grado di testimoniare un evento della tradizione di grande importanza ai tempi in Val San Martino. Domenica 10 novembre – in occasione della manifestazione Tour del Gusto – sarà visitabile a Torre de Busi (Bg) il Plesso Storico di San Michele. A raccontare la storia e spiegarci i significati di questa bellissima opera Emanuele Motta, fondatore della galleria d’arte Quadreria dell’800 di Milano.

Sagra di San Michele di Costantino Rosa
La Sagra di San Michele di Costantino Rosa, 1835

Sagra di San Michele, antica tradizione della Val San Martino

Di recente è riapparso sul mercato collezionistico bergamasco un capolavoro del pittore bergamasco Costantino Rosa. Si tratta di un’opera afferente al Romanticismo Europeo che ritrae la tradizionale Sagra di San Michele di Torre de Busi. L’opera fu dipinta nel 1835 su commissione del signor Francesco Colpani e presentata – insieme ad altri dipinti – lo stesso anno all’Accademia Carrara di Bergamo. “Per poter interpretare un quadro dell’Ottocento bisogna innanzitutto conoscerne il contesto per poterne cogliere i significati celati” spiega Motta. Per comprendere questo dipinto bisogna infatti conoscere l’artista, il suo vissuto ed il contesto in cui vive, nonché il sentire comune in quel dato momento storico.

Emanuele Motta
Uno scorcio del Plesso Storico di San Michele a Torre de Busi

La Sagra di Almenno San Salvatore

Il dipinto che ritrae il Plesso Storico di San Michele a Torre de Busi venne spesso confuso con un altro dipinto del Rosa, Sagra di Almenno San Salvatore (1832). Le due opere presentano alcune affinità prima fra tutte il tema molto gradito al Rosa, ossia quello delle tradizionali feste popolari. Particolarmente diffuse negli antichi borghi delle valli bergamasche come pure nei popolosi rioni cittadini. “A differenza della Sagra di Almenno San Salvatore però Sagra di San Michele presenta un impianto assai più meditato e sicuro, oltre ad una trattazione della luce, di certo più attenta alla gradazione delle sfumature tonali, nonché alla restituzione naturale degli effetti atmosferici. La prospettiva tuttavia risulta più approfondita sia nei volumi che negli scorci. Si tratta dunque del frutto di una consapevole adesione ai modi del miglior Romanticismo Europeo” sostiene Motta.

Sagra di San Michele di Costantino Rosa
La Sagra di Almenno San Salvatore di Costantino Rosa, 1832

“Non va comunque dimenticato come, gli influssi della pittura nordica nelle aree periferiche dei domini della Serenissima, come Bergamo e Brescia, erano già riscontrabili a partire dal XVI secolo e avevano spesso prodotto movimenti di fronda rispetto ai canoni predominanti nella pittura veneziana. Soprattutto per una maggior propensione al Realismo ed al Naturalismo di molti artisti bergamaschi e bresciani”.

Romanticismo Europeo e la scuola vedutistica lombarda

Nel dipinto in questione è presente quella perfetta fusione tra elemento umano e contesto naturale, tipico della massima espressione del Romanticismo Europeo. La concezione settecentesca del paesaggio ideale risulta ormai superata “ove si escluda l’elemento tradizionale della piccola quinta arborea che troviamo sulla destra del nostro dipinto, qui inserita per ragioni di approfondimento dell’effetto prospettico. L’allontanamento forzato infatti dei monti che fanno da sfondo intende svelare uno spazio più profondo e più ampio di quello reale. Questo per ottenere dunque una più vasta cornice paesaggistica”. L’innovativo stile del Rosa è ormai dettato proprio dalla nascente scuola vedutistica lombarda di inizio Ottocento, facente capo a Marco Gozzi.

San Michele Arcangelo

L’attenta analisi di questo prezioso dipinto ci porta a scoprire diverse ed interessanti curiosità che riguardano la storia di San Michele Arcangelo e l’edificio sacro a lui dedicato in quel di Torre de Busi. Il culto di questo Santo ha origini ebraiche. Infatti nelle Sacre Scritture viene considerato quale principe della milizia celeste. Scese dunque su queste terra per guidare alla vittoria gli angeli di Dio contro Satana ed i suoi angeli ribelli ed apostati. Secondo la profezia dunque – alla fine del mondo – San Michele Arcangelo è destinato a squillare la tromba nunziatrice del Giudizio Universale.

La sua venerazione nei vari paesi d’Europa ebbe inizio nel Medioevo, specialmente presso le popolazioni germaniche ed in particolar modo con i Longobardi. Questo spiega la particolare collocazione di quasi tutti gli edifici sacri dedicati al Santo abbarbicati su alture pressoché inviolabili.

Sagra di San Michele di Costantino Rosa
La Sacra di San Michele sulla vetta del monte Pirchiriano a Sant’Ambrogio di Torino, Piemonte.

Abitudine questa radicata proprio nei paesi nordici e andata poi espandendosi anche lungo tutta la nostra penisola. Tra i siti più suggestivi troviamo Mont-Saint-Michel nel nord della Francia e la Sacra di San Michele a Sant’Ambrogio di Torino.

Sagra di San Michele di Costantino Rosa
Mont-Saint-Michel in Normandia, Francia

Tuttavia senza allontanarci troppo ne troviamo testimonianza sempre in terra bergamasca con la chiesa di Mapello che dedicata a San Michele Arcangelo sorse sulle tracce dell’antico castello risalente forse al secolo XI.

Chiesa di San Michele Arcangelo a Mapello
Chiesa di San Michele Arcangelo a Mapello

Il critico dell’arte dell’Ottocento

Emanuele Motta, 76 anni portati bene grazie alla grande passione per l’arte, discende da una delle famiglie più antiche di Cisano Bergamasco. Tuttavia ama definirsi cittadino di San Martino in Valle. Noto nel mondo dell’arte per la sua profonda conoscenza storica e critica della Pittura Italiana dell’800, ha fondato e diretto per quasi quarant’anni una delle più famose gallerie d’arte di Milano: La Quadreria dell’800 di Via Manzoni. Attualmente si è ritirato a vita privata.

Sagra di San Michele di Costantino Rosa