Mancanza di senso civico, le vere barriere

La mancanza di senso civico è una delle vere barriere che i nostri concittadini diversamente abili ed i loro familiari si trovano a dover affrontare. La lentezza, il ritardo nel rimuovere le barriere architettoniche nel pubblico ne sono la conferma. Si può comprendere la difficoltà di strutture private ad attrezzarsi per accogliere utenti disabili ma non si può accettare la mancanza di rispetto. Una mamma di Cisano Bergamasco – provincia di Bergamo – prenota le vacanze presso un hotel della Riviera Adriatica segnalando che la figlia è costretta sulla sedia rotelle. Al suo arrivo però trova barriere architettoniche insormontabili e un atteggiamento per nulla comprensivo. Nel 2019 siamo ancora costretti a scontrarci con l’ignoranza e la mancanza di buon senso.

Le vere barriere per i nostri disabili

L’ignoranza e la mancanza di senso civico sono le vere barriere. Nel 2019 siamo ancora costretti a far vivere ai nostri concittadini disabili momenti di sconforto ed umiliazione. E’ la cisanese Silvia Caslini a denunciare il fatto, mamma della dolcissima Benedetta, quindicenne affetta da tetraparesi spastica. Dopo aver prenotato un soggiorno di una settimana presso un hotel di Cattolica, in Emilia Romagna, segnalando la presenza di una persona disabile si è ritrovata l’amara sorpresa. Alla domanda “Scusi ma da dove posso entrare con la sedia a rotelle?” alla giovane mamma è stata indicata la rampa. “La rampa??? Un salita ripida, larga 50 cm senza protezione e utilizzata per salire nelle cucine con i carrelli di meloni e bottiglie di vino quindi pericolosissima e impensabile da percorrere più volte al giorno!”. Al problema di ingresso ed uscita in struttura si è aggiunta la difficoltà di muoversi nella camera con mobili e comodini che impedivano di entrare con la carrozzina”.

immagine della camera assegnata

All’arrivo come se non esistessimo

Lo sfogo di mamma Silvia è comprensibile. “Alle ore 7.30 arriviamo a Cattolica, Emilia-Romagna, Italy dopo 4 ore di viaggio. Ci ritroviamo a dover sostare su una strada larga si e no 2 metri con passaggi di corriere, pullman, taxi, biciclette che solo per scaricare la sedia a rotelle è stata un’impresa”. Ma se le barriere architettoniche mettono in difficoltà la mancanza di attenzione da parte del personale in struttura peggiora la situazione. “Accoglienza in hotel: come se non esistessimo. Troppo intenti a fatturare i soggiorni in uscita. Alla domanda “scusi ma da dove posso entrare con la sedia a rotelle?” – scale ovunque, sedie, tavoli, giochi per bambini sparsi per la hall – la risposta è stata “c’è la rampa!”.

L’amarezza di mamma Silvia

Tanta è l’amarezza di mamma Silvia che ogni anno si concede un breve soggiorno marino con la figlia Benedetta, quindicenne costretta sulla sedia a rotelle. Il contatto con l’acqua aiuta Benedetta a rilassarsi, la quale non potendo comunicare verbalmente e nemmeno contare sui sensi di vista e udito trova modo di percepire il mondo attorno attraverso l’olfatto ed il contatto. Proprio per questo l’associazione fondata dalla mamma “Insieme per Benedetta” durante l’anno sostiene progetti di acquaticità per ragazzi affetti da grave disabilità. L’acqua è un elemento prezioso per le persone che vivono in un mondo ovattato per l’assenza di suoni ed immagini. Si trattava quindi di una settimana di meritato riposo per mamma e figlia, ahimè rovinato dalla mancanza di senso civico.

Il problema infatti è che era stata preventivamente segnalata la necessità di avere spazi ampi, con indicazione addirittura delle dimensioni della carrozzina. “Tralasciando i soldi persi e la spiacevole situazione mi sembra assurdo che nel 2019 in un mondo che si vanta di essere “avanti”, mi debba sentire quasi in “difetto” a portare mia figlia al mare. In luoghi pubblici, con la gente che ci guarda con pena e disprezzo, che non sa insegnare ai bambini (che diventeranno poi adulti) la bellezza della diversità” ha conclusa mamma Silvia nel suo post. Sarebbe quindi bastato – all’atto della richiesta di prenotazione – informare il cliente che la struttura non era attrezzata per fornire un soggiorno confortevole per clienti affetti da disabilità motoria. Ecco dove sta la mancanza di buon senso e rispetto. Sono infatti numerose le strutture in Italia, e soprattutto in Emilia Romagna, disable-friendly. Ossia che offrono non solo un ambiente sicuro ma addirittura sono dotati di strutture e personale per un soggiorno a misura di persona affetta da disabilità.