Suicidio assistito, l’imam a Pontida

Il suicidio assistito è un tema che da sempre pone una questione etica. La difesa della Vita sempre e comunque ed il diritto ad avere un fine vita dignitoso. La Corte Costituzionale lo scorso settembre si è pronunciata sulla delicata questione. Venerdì 15 novembre alle 20.30 presso l’Auditorium Sant’Alberto in via Don Edmondo Paolazzi, 145 a Pontida si terrà un dibattito in merito. Interverranno la dottoressa Maria Antonietta Farina Coscioni, il dottor Mariano Marchesi, l’imam di Bergamo Diab Mohammad. Organizzata dal’ Amministrazione di Città di Pontida la serata sarà moderata dal giornalista di “Libero” Renato Farina.

suicidio assistito

Suicidio assistito, dibattito sul diritto alla Vita

Venerdì 15 novembre alle 20.30 presso l’Auditorium Sant’Alberto in via Don Edmondo Paolazzi, 145 a Pontida si terrà un su dibattito sul suicidio assistito organizzato dall’ Amministrazione di Città di Pontida. Una questione che pone il tema etico del fine vita. Da una parte chi difende la vita ad ogni costo, dall’altra chi sostiene l’importanza della qualità della vita. Interverrà la dottoressa Maria Antonietta Farina Coscioni, consigliere generale del Partito Radicale nonché presidente dell’Istituto Luca Coscioni. Insieme a lei saranno presenti il dottor Mariano Marchesi, medico anestesista-rianimatore dell’ospedale Papa Giovanni XXIII, e l’imam della Moschea di Bergamo Diab Mohammad. A moderare la serata il giornalista di “Libero” Renato Farina.

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Corte Costituzionale, l’aiuto al suicidio non punibile

Lo scorso settembre la Corte Costituzionale si è pronunciata in merito. Di fronte alla questione posta dalla Corte d’assise di Milano nel febbraio 2018 in merito alla punibilità dell’aiuto al suicidio (articolo 580 del Codice Penale) e l’invito al Parlamento di occuparsene con una normativa specifica – ahimé caduto nel vuoto – dopo un anno è giunta la sentenza. Dopo essersi riunita in camera di consiglio la Consulta lo scorso 25 settembre dunque si è espressa. A riguardo sono state dettate però condizioni precise. Alla base di tutto permane la consapevolezza e la libertà di scelta del paziente. Sostanzialmente l’aiuto può essere fornito in presenza di persona affetta da patologia irreversibile che provoca sofferenze fisiche o psicologiche assolutamente intollerabili, tenuta in vita da sostegni artificiali e tuttavia in grado di compere scelte libere e consapevoli.