Il cimitero di Pontida apre le porte

Il cimitero di Pontida apre finalmente le sue porte. Con modifica del comma 1 dell’articolo 25 del Regolamento Cimiteriale e l’aggiunta del comma 4 la Giunta Vanalli ha dunque rivisto le condizioni per accedere alla sepoltura presso il campo santo di Pontida. Potrebbe sembrare cosa di ordinaria amministrazione se non fosse che molti attendevano queste modifiche. Diversi i casi di sepoltura negata a causa delle precedenti disposizioni. Quella più incredibile fu quella della monaca benedettina di 89 anni nel maggio 2018. Dopo 65 anni di vita monastica i familiari dovettero seppellirla a Cisano Bergamasco.

Cimitero di Pontida, rivisto il regolamento

Durante il Consiglio Comunale di lunedì 23 settembre si è proceduto a modificare il regolamento del Cimitero di Pontida con votazione favorevole unanime. Modificato dunque l’attuale ultimo punto del comma 1 dell’articolo 25 che richiedeva venticinque anni di residenza (oggi ne basteranno dieci) ed aggiunto il seguente:

“non residenti al momento del decesso nel Comune e morti fuori di esso, nel caso di tumulazione in manufatti (ossari, loculi fuori terra ed in terra) per i quali esiste valido contratto di concessione cimiteriale ovvero nei quali sono già tumulati parenti entro il 2° grado in linea retta”.

Aggiunto inoltre un quarto comma che recita:

In aggiunta a quanto stabilito nei precedenti commi è sempre ammessa la collocazione di urne cinerarie all’interno di ossari, loculi fuori terra e in terra per i quali esiste valido contratto di concessione cimiteriale“.

La sepoltura negata alla monaca

Nel maggio 2018 venne negata sepoltura a suor Cecilia, monaca benedettina nata e cresciuta a Pontida. Al termine della cerimonia funebre celebrata dal padre abate don Giordano Rota i familiari accompagnarono la monaca a Cisano Bergamasco. Ad accoglierla nella cappella di famiglia un privato cittadino cisanese – Natale Gambirasio – grazie ad una deroga del sindaco Andrea Previtali.

La famiglia Ravasio è originaria di Pontida tanto che i genitori della religiosa e quattro degli otto fratelli riposavano proprio nel cimitero del loro paese natale. “Abbiamo fatto presente che eravamo disposti a cremarla per metterla nella tomba di nostro padre – raccontò in lacrime la sorella Teresa – ma la risposta fu che non era comunque possibile”. I fratelli superstiti, residenti a Pontida, non si davano pace.

Suor Cecilia, nata il 30 gennaio 1929 come Agostina Ravasio, non aveva infatti raggiunto i 25 anni di residenza richiesti dal regolamento dei servizi cimiteriali. Mancava quindi un anno di residenza per vedersi riconosciuto il diritto alla sepoltura. La giovane pontidese infatti intraprese la vita monastica nel lontano 1953 come suor Cecilia, lasciando il paese all’età di 24 anni. L’allora sindaco di Pontida – con Delibera di Giunta n. 78 del 14/06/2018 – concesse la sepoltura per “particolari meriti e benemerenze in ambito religioso come previsto dal comma 3 del medesimo articolo.