La Madonna di Caderizzi senza fedeli

La festa della Madonna di Caderizzi quest’anno cade oggi venerdì 3 aprile e si terrà in modalità emergenza Covid-19. Alla tradizionale celebrazione che si tiene da centoquarantaquattro anni il venerdì che precede la Domenica delle Palme quest’anno non parteciperanno i fedeli. Perlomeno non fisicamente. Considerata una festa molto importante a Pontida nacque per un voto fato dai pontidesi nel 1876. Nel 1957 la celebrazione della Messa delle 20 rappresentò la salvezza di molti parrocchiani dalla spaventosa frana cancellò l’intera frazione di Fontanafredda.

La festa della Madonna di Caderizzi

In questo difficile momento per le nostre comunità quel voto sembra ricordarci come la fede possa giungere in aiuto. Questa mattina alle 9.30 potrete seguire il Santo Rosario in streaming e recitarlo insieme con una candela accesa come si fosse in processione. Alle 10 si terrà la Santa Messa solenne ed alle 16 ci sarà un momento di preghiera con don Giovanni Crippa. Alle 20.15 ci sarà la Via Crucis che potrete seguire in diretta sempre attraverso il canale Youtube “Pontida – Uniti nella preghiera”. Ieri sera in prossimità del Santuario non sono mancati i bellissimi falò come da tradizione.

L’emergenza in corso per il Covid-19 costringe infatti i fedeli a seguire le celebrazioni in streaming. Non ci sarà la tradizionale processione mattutina e nemmeno quella pomeridiana per i ragazzi per rinnovare il voto fatto dai pontidesi nel 1876.

La festa della Madonna di Caderizzi

Madonna di Caderizzi, storia e curiosità

La storia del Santuario di Caderizzi è ricca di avvenimenti che testimoniano la devozione  alla Vergine Addolorata. Da alcuni documenti pare che lì, non più tardi del  1650, sorgesse una tribulina con l’affresco dell’Addolorata. La costruzione della chiesetta pare risalga al 1683. Un primo ampliamento lo si colloca nel 1737 con l’erezione dell’altare dedicato a Sant’Antonio di Padova, alla Madonna del Carmine ed a San Bernardino di Siena, inaugurato l’anno successivo con il nuovo organo posto dietro all’altare. Dal 1746 ci furono diversi pellegrinaggi popolari all’Addolorata per implorare la fine ora di un’epidemia ora di una criticità. Nel 1779 a mettersi in cammino per chiedere una grazia non fu solamente la comunità pontidese ma intere folle venute da paesi vicini accompagnate dai loro parroci. Dopo cinque mesi di cielo costantemente sereno che minacciava i raccolti finalmente la Val San Martino ebbe la desiderata pioggia.

La festa della Madonna di Caderizzi

Il voto che scongiurò la morìa di spose e madri

Ma fu appunto nel 1876 che il culto della Madonna di Caderizzi divenne più solenne. In quell’anno infatti un morbo – a cui nemmeno la scienza medica dei tempi riuscì a farvi fronte – colpì tutte le spose che stavano per divenire madri . Don Gian Battista Milesi, una domenica dal pulpito dell’abazia fece un appello alla Vergine dei Dolori. Invitò tutta la popolazione a fare un voto all’Addolorata di Caderizzi per implorarne soccorso e liberazione. Il voto consisteva quindi di fare ogni anno nella mattina del Venerdì di Passione – che ai tempi corrispondeva al venerdì che precedeva la Domenica delle Palme – una processione generale e solenne i cui tutte le madri e le spose avrebbero portato un cero in dono all’immagine della Madonna di Caderizzi. Non appena fatto il voto il flagello – che portò sgomento e desolazione dell’intera vallata – cessò.

Nei pressi della chiesetta tuttora c’è una fonte da cui nemmeno nei periodi di siccità ha mai smesso di sgorgare acqua sorgiva. In quel punto sorge una sorta di grotta presso cui vengono portati fiocchi e pensieri che testimoniano le grazie ricevute. In questa località – durante gli anni di studio presso il Collegio di Celana – Angelo Roncalli era solito fermarsi da una zia che abitava nella vecchia casetta di fianco al Santuario. La campana più grande presente nel campanile del Santuario riporta un’iscrizione a memoria della grazia del 1876.

La festa della Madonna di Caderizzi

Il legame con San Giovanni XXIII

Esiste un profondo legame tra Pontida e San Giovanni XXIII. Il piccolo Angelo Roncalli infatti ebbe un forte legame con il Santuario di Caderizzi. La nonna paterna infatti, Maria Faustina Rizzi, nacque e visse proprio nella casa attigua al Santuario della Madonna Addolorata. Quando il piccolo Angelino (così era chiamato familiarmente) venne iscritto presso il collegio vescovile di Celana si presentò il problema. Tra Sotto il Monte e Celana c’erano circa dieci chilometri di salita e discesa del monte Canto per poi risalire verso il collegio. Un percorso troppo impegnativo per un bambino da farsi quotidianamente. Ed ecco che trovarono la soluzione. Ogni lunedì mattina Angelino partiva da Sotto il Monte diretto al collegio di Celana facendo però tappa presso la nonna paterna per rifocillarsi. Terminate le lezioni tornava a Caderizzi dalla nonna. Qui vi soggiornava fino al sabato, quando, terminate le lezioni, risaliva il monte Canto per trascorrere la domenica con la famiglia a Sotto il Monte.

Don Martino Cristoforoni, monaco di Pontida e cappellano del Santuario di Caderizzi negli anni 1965 – 1968 fece realizzare alla scultrice Renata Cuneo di Savona, a ricordo di quel legame, una grande lapide in marmo bianco di Carrara. Ad altezza naturale di uomo raffigura Papa Giovanni XXIII benedicente una donna inginocchiata davanti a lui con un bambino in braccio.

La festa della Madonna di Caderizzi

L’epigrafe si trova nei pressi della fonte della Madonna, proprio di fronte all’antica facciata del Santuario. Il 9 ottobre 1966 il Priore – Parroco don Pietro Elli inaugurò e benedì il monumento. Presenti il fratello di Papa Giovanni XXIII, Zaverio, il nipote don Battista Roncalli e la stessa scultrice. L’ultima visita di Don Angelo Giuseppe Roncalli al Santuario della Madonna di Caderizzi risale al 26 marzo 1915. In quella occasione tenere il discorso ufficiale alla ricorrenza dell’anniversario del “voto” delle mamme pontidesi.