Saluto di fine anno per un nuovo percorso

Sabato mattina alle 10.30 a Caprino Bergamasco insegnanti ed alunni delle classi V della scuola primaria si sono ritrovati al campo sportivo per il saluto di fine anno. Nel pomeriggio è stata la volta dei ragazzi delle classi terze della scuola secondaria di primo grado. Dopo aver frequentato buona parte del secondo quadrimestre attraverso la didattica online finalmente un momento di condivisione per chi si appresta a vivere una nuova esperienza. Con le dovute distanze ed i dispositivi di protezione gli insegnanti han potuto salutare i loro studenti che a settembre inizieranno un nuovo percorso di studi.

Saluto di fine anno a Caprino Bergamasco

“Mi sembrava doveroso nei confronti dei ragazzi in quanto trattasi di un rito di passaggio. Si chiude un ciclo di studio e se ne apre un altro” ha dichiarato il sindaco Davide Poletti. Il baby sindaco Andrea Valsecchi ha pronunciato un breve discorso quale saluto di fine anno agli insegnanti. A contingentare l’ingresso i volontari del GAL Protezione Civile di Caprino e Cisano Bergamasco.

L’importanza del saluto di fine anno

L’emergenza Covid19 ha segnato profondamente la nostra quotidianità, in particolar modo quella degli studenti. Dai primi di marzo infatti le scuole sono rimaste chiuse e le lezioni – tempo di organizzarsi – sono proseguite attraverso la didattica online. Se da una parte questa esperienza ha valorizzato le opportunità che offre la tecnologia dall’altra sono mancate tutte quelle relazioni umane che i nostri figli vivevano quotidianamente. “Le video-lezioni sono state preziose per proseguire con la didattica e tenersi in contatto tra compagni e docenti. Era difatti l’unico strumento a disposizione. Tuttavia ora che ci sono le condizioni è giusto potersi rivedere perché trascorrere degli anni insieme significa condividere. E questa condivisione genera emozioni che faranno parte del nostro patrimonio umano” ha detto Poletti.

Saluto di fine anno a Caprino Bergamasco

Gli anni della scuola restano impressi. Quante volte ci capita di ripercorrerli nei momenti più disparati? Durante una cena con amici di infanzia, alla pausa caffè mentre si scherza con i colleghi. Oppure quando si racconta un po’ di sé ad un figlio o ad un nipote? A partire dalla scuola materna fino ad arrivare agli anni dell’Università noi tutti abbiamo aneddoti da raccontare e rivivere. Alcuni divertenti, altri emozionanti o semplicemente ricordi della quotidianità che sono parte della storia di ognuno di noi. Si tratta dunque di un patrimonio di inestimabile valore che – anche con un virus in circolazione – dobbiamo salvaguardare. Perché anche i nostri ragazzi un giorno – come fosse un album di fotografie – possano “sfogliarlo” con gli amici davanti ad un caffé.