Don Angelo Roncalli e l’Abbazia di Pontida

Determinante fu l’interessamento di don Angelo Roncalli per l’Abbazia di Pontida. Se il 14 gennaio 1910 infatti ci fu la riapertura del monastero benedettino lo si deve proprio a don Angelo Giuseppe Roncalli, allora segretario del Vescovo di Bergamo, Monsignor Giacomo Maria dei conti Radini Tedeschi. Le vicessitudini del Monastero dei Benedettini di San Giacomo Apostolo sono narrate nel libro “Papa Giovanni e Pontida” di Dom Paolo Lunardon, venuto a mancare proprio l’11 ottobre 2017, nel giorno in cui si celebra San Giovanni XXIII.

Don Angelo Roncalli

L’impegno di don Angelo Roncalli per l’Abbazia

L’impegno di don Angelo Roncalli portò – il 14 gennaio 1910 – alla riapertura del monastero benedettino. Allora segretario del Vescovo di Bergamo, Monsignor Giacomo Maria dei conti Radini Tedeschi si adoperò perché il monastero benedettino fosse riaperto. Prezioso il libro scritto da Dom Paolo Lunardon dal titolo “Papa Giovanni e Pontida”.

Il Monastero benedettino a Pontida fu fondato dal San Alberto da Prezzate l’8 novembre 1076. Mentre tra il 1295 ed il 1310 i costruirono la chiesa del monastero in stile gotico, la prima in Lombardia. Tuttavia nel 1373 ci fu la prima distruzione ad opera del duca di Milano Bernabò Visconti contro i valligiani della Val San Martino. Sotto il dominio della Repubblica di Venezia venne quindi ricostruito il monastero e seguirono tre secoli fiorenti. Tuttavia il 13 maggio 1798 un decreto della Repubblica Cisalpina cacciò i monaci. I beni quindi depredati, l’archivio incamerato, la biblioteca venduta a peso e l’edificio svenduto ad alcuni privati.

San Paolo d’Argon o Pontida?

Sotto il dominio austro-ungarico nacque la Carboneria che prese ad emblema il giuramento di Pontida, immortalato da Giovanni Berchet nella sua famosa “L’han giurato. Li ho visti a Pontida…”. In seguito ci fu un medico pontidese, tal Pier Luigi Secomandi, che fece, disse e scrisse a tutti i livelli perché tornassero i monaci nel monastero. Inizialmente l’idea era quella di riscattare e riaprire uno dei due antichi monasteri: San Paolo d’Argon o quello di Pontida.

Don Angelo Roncalli

Furono il Vescovo di Bergamo e l’abate presidente dei Cassinesi, Monsignor Giovanni Del Papa, a prendere la decisione definitiva. Ma a portare avanti il lavoro burocratico furono i segretari delle due autorità: don Angelo Roncalli e don Ildefonso Schuster. Il Roncalli prese molto a cuore la faccenda e, in qualità di segretario del Vescovo, sia per motivi di carattere sentimentale (i ricordi dei giorni vissuti a Pontida a Caderizzi) sia per ragioni “patriottiche”, riuscì a far ricadere la scelta sul monastero di Pontida. Il 14 luglio 1910 don Angelo Roncalli è presente al momento dell’accoglienza dei monaci designati per formare la nuova comunità benedettina. Il 25 luglio 1913 il Vescovo di Bergamo Monsignor Giacomo Maria Radini Tedeschi, accompagnato dal suo segretario, venne a Pontida per benedire Abate il giovane Priore parroco don Raffaele del Papa.

I volumi del Settecento dalla Turchia

Da Vescovo e Nunzio Apostolico Roncalli ritrova in un mercatino in Turchia dei volumi del Settecento. Tuttavia riconoscendoli come volumi stampati nel Monastero di Pontida, li acquista per donarli poi all’Abate Edmondo Paolazzi. Sotto il pontificato di San Giovanni XXIII venne approvata in via ufficiale con Decreto della Santa Congregazione il culto liturgico dei Santi Alberto e Vito. Questo seguito alla presentazione del volume di oltre trecento pagine e ventotto tavole fuori testo redatto da don Paolo Lunardon con l’aiuto di don Bernardo Cesana e don Alessandro Gervasoni.

In Oratorio la lapide di bronzo

All’ingresso dell’Oratorio è ben visibile una lapide con un tondo in bronzo realizzata da Luigi Monti di Stezzano. Benedetta l’8 dicembre 1963 dall’Abate don Edmondo Paolazzi alla presenza dei fratelli di San Giovanni XXIII Zaverio e Giuseppe con Monsignor Battista Roncalli, il nipote.