Violenza sulle donne, strumenti per proteggerle

La violenza sulle donne è uno dei problemi più gravi della nostra società. Per anni si è diffuso un messaggio sbagliato e se in passato c’era l’omertà oggi la paura comunque crea un muro. Se con pattuglie di polizia, telecamere e vigilanza in genere possiamo limitare ed intervenire per strada non è così facile farlo nell’intimità di una casa. Di questo si è parlato ieri sera a Pontida durante la serata conclusiva del corso di difesa femminile tenuto dallo staff di Defendo Krav Maga di Mirko Sanna.

Contro la violenza sulle donne progetti mirati

Ieri sera nella sala consiliare “Pinamonte da Vimercate” del Comune di Pontida si è conclusa la quarta edizione del corso di difesa femminile. Organizzato dall’assessore ai Servizi Sociali uscente Paolo Corti negli anni ha coinvolto 146 donne provenienti tuttavia da 41 Comuni differenti. Quest’anno la più giovane partecipante ha 12 anni e la più anziana ha già spento le 70 candeline. Una serata dedicata alla discussione di un problema importante. Il sindaco uscente Luigi Carozzi ha esordito complimentandosi con le partecipanti al corso tenuto gratuitamente dallo staff Defendo Krav Maga. “Ci abbamo creduto quattro anni fa e ne siamo orgogliosi”. Quella che doveva essere una serata per consegnare gli attestati di partecipazione con un utile omaggio si è trasformata in una serata di informazione per combattere la violenza sulle donne. Presenti anche il maresciallo dei Carabinieri di Cisano Bergamasco Fulvio Patera, il presidente di Azienda Isola Francesco Danilo Riva e la dottoressa Mina Mendola. Prezioso l’intervento della coordinatrice della rete territoriale interistituzionale antiviolenza dell’ambito Isola Bergamasca e Bassa Val San Martino, la dottoressa Maria Teresa Heredia.

Difendersi e trovare soluzioni mirate

Quale migliore occasione per parlare degli strumenti che ci sono per difendersi dalla violenza? “Ci sono due tipi di violenza” ha spiegato ai presenti Mirko Sanna. “Quella da strada con aggressore occasionale – e qui entro in gioco io con i corsi di difesa personale – e quella domestica che può essere verbale, psicologica e fisica e lì entrano in gioco le istituzioni. Ovviamente io posso insegnarti ad evitare il colpo ma per la natura del problema servono altre competenze, altre misure”. E’ importante denunciare, ed è fondamentale farlo subito. “Se sapete di situazioni a rischio parlatene con chi di dovere. Non è essere spie, è aiutare qualcuno prima che sia troppo tardi” ha continuato Sanna. “Sarebbe bello se si diffondessero questi corsi gratuiti. La mia è stata una scelta personale decidendo di fare la mia parte offrendo quelle due ore a settimana in cui insegno a difendersi in modo corretto. Ovviamente alla base di tutto c’è la prevenzione. Evitate dunque situazioni di rischio ed ascoltatelo il vostro sesto senso. Una strada buia, un passaggio isolato, una zona del parco. Allungate il tragitto piuttosto perché evitarla è più semplice che affrontarla un’aggressione” ha concluso Sanna.

La rete antiviolenza che aiuta le vittime e le protegge

La dottoressa Mendola ed il dottor Riva di Azienda Isola sono poi intervenuti illustrando il sistema della rete antiviolenza presente sul territorio. Siamo 14 ambiti a Bergamo e non tutti hanno una loro rete. Qualcuno si è dovuto appoggiare ad altri e ciò significa un territorio più ampio da gestire. Noi abbiamo puntato ad averne una nostra che ci permetta di intervenire meglio e più tempestivamente”. Il distretto Isola Bergamasca e Bassa Val San Martino è riuscito infatti ad ottenere da Regione Lombardia la costituzione di una rete antiviolenza propria. “E’ un progetto che coinvolge istituzioni e non. Una rete quindi che collega noi, gli uffici dei servizi sociali e le Forze dell’Ordine per aiutare donne che si trovano in difficoltà”. La dottoressa Maria Teresa Heredia ha poi illustrato il sistema di intervento e protezione. “Oltre all’intervento diretto per casi di violenza stiamo improntando la formazione del personale in diversi ambiti. Dagli agenti delle Forze dell’Ordine, al personale dei Pronto Soccorso fino al corpo docente nelle scuole di qualsiasi livello. Proprio perché ci sia una rete pronta ad aiutare ed intervenire nei modi giusti e soprattutto tempestivamente”.

La forza di denunciare

Quante donne vittime di violenza si convincono che sia colpa loro. Che si illudono che la situazione possa cambiare. Che tutto sommato denunciare porterebbe altri problemi. Il maresciallo dei Carabinieri della Caserma di Cisano Bergamasco ha sottolineato l’importanza della formazione. “Spesso quando interveniamo noi è troppo tardi. Le vittime hanno paura a denunciare per ritorsioni verso i familiari o altro. Abbiamo attivato un servizio di ascolto presso i Comuni per aggirare il problema di molti a presentarsi in Caserma ed i numeri per ora non sono quelli che ci aspettavamo” ha dichiarato riferendosi al progetto sperimentale partito lo scorso febbraio.

Spray al peperoncino, istruzioni all’uso

A fine serata le partecipanti al corso di difesa personale hanno ricevuto l’attestato di partecipazione. Inoltre è stato donato loro lo spray al peperoncino e non sono mancate le raccomandazioni. Va usato esclusivamente in caso di necessità e deve essere utilizzato una sola volta. Ha un getto di circa 3 metri e fa effetto dopo qualche secondo. E’ importante allontanarsi dal posto immediatamente. Tuttavia l’aggressore raggiunto dalla sostanza potrebbe essere fuori combattimento per circa un’ora.